Archivio per Fuerteventura

Un avamposto del progresso

Posted in politica estera with tags , , , , , on marzo 28, 2012 by lafayette70

Con i suoi quasi 10 milioni di soggiorni turistici annuali ed il livello di eccellenza riconosciuto a 2 suoi atenei per il contributo offerto nello studio del rapporto tra paesaggio ed antropizzazione responsabile, l’arcipelago vulcanico delle Canarie costituisce quasi un’eccezione nel panorama in chiaroscuro delle regioni europee, tutte più o meno alle prese con un difficile momento economico e sociale. Sarà perchè nè la cosiddetta primavera araba nè tantomeno la crisi dell’eurozona hanno influito più di tanto sulla crescita dei flussi vacanzieri provenienti da ogni parte del mondo e non solo dal continente più prossimo (culturalmente, se non geograficamente, distando le Canarie poche centinaia di miglia dalle coste africane). Sarà , soprattutto, per la durata di quel felice esperimento conosciuto con l’acronimo ZEC (Zona Economica Canaria), uno status privilegiato che consente a chi è dotato di un minimo di spirito imprenditoriale di poter intraprendere una sua attività in loco pagando un’ imposta di società pari ad un inusitato 4% senza, oltretutto, incorrere nei rigori di un’imposizione sul reddito, la proprietà e perfino i consumi assai inferiori agli standards per altri purtroppo abituali. Peraltro questa franchigia che a prima vista potrebbe apparire una forma di benevolenza è, a ben guardare, solo il giusto riconoscimento di un’antica vocazione commerciale che aveva fatto di questo fazzoletto di terra in pieno Oceano Atlantico uno dei gioielli più fulgidi della corona imperiale spagnola. Almeno fino a quando le relazioni con la madrepatria furono improntate allo spirito di unione tra liberi più che alla consueta dialettica similcoloniale propria di tutti gli imperi. Riconquistata la propria autonomia con il ritorno alla democrazia susseguente alla morte del Caudillo Francisco Franco, gli abitanti di Tenerife e della Palma si sono rimessi di buzzo buono ad ingegnarsi per recuperare l’antico splendore. Nè si può dire che non ci siano riusciti: un numero basti su tutti: il PIL pro capite ammonta (dati del 2009) ad oltre 21000 dollari annui, meglio di una regione come le Marche e appena sotto a quello del Friuli. Anni luce avanti ai dati sconfortanti di Andalusìa o Extremadura, tanto per restare in ambito ispanico. La politica di salutare negligenza messa in atto, una tantum,dalle autorità continentali (spagnole ed europee), ha consentito a questo piccolo miracolo di prosperare disinnescando, nel contempo, un particolarismo assai condiviso tra la popolazione. Le Canarie vivono, infatti, in maniera molto sentita il senso di appartenenza alla propria comunità: secondo un’indagine di qualche mese fa quasi la metà degli isolani si considerano cittadini della comunidad autonomica prima che spagnoli. Una percentuale a livelli di quelle catalane e basche, per intendersi. Qualora l’inerzia dovesse cambiare per le gravi ambasce del bilancio spagnolo è facile ipotizzare che le 7 navi ammiraglie della flotta canaria sarebbero le prime a mollare gli ormeggi e ad abbandonare al proprio destino il galeone in affondamento. Per ora la Coaliciòn Canaria, il cappello di partiti autonomisti e nazionalisti che governa assieme ai socialisti, si è limitata ad adottare come propria bandiera il vessillo dell’indipendenza con le sette stelle verdi incastonate nel tricolore. Ma i padroni del vapore sono avvertiti: da queste parti la navigazione in mare aperto non fa paura…

Pubblicato su L’Indipendenza: http://www.lindipendenza.com/canarias-independencia/