Statalismo contro Statalismo

In Italia è di moda essere alternativi, ma in realtà un’ alternativa degna di essere definita tale è assente da troppo tempo nel panorama della politica italiana, e la logica bipolarista rischia di cancellare l’ eventualità, per dirla all’ americana, della comparsa di un terzo partito nel futuro prossimo. Tra l’ altro, prima dell’ approvazione dell’ attuale sistema elettorale con tanto di sbarramento al 4%, era anche piuttosto inutile parlare di terzo partito, vista la allora vigente sana pluralità di identità politiche. Ciò che invece disarma e spaventa è appunto l’ ormai conclamato monopolio esercitato dal pensiero unico biecamente assistenzialista. Se un tempo il sano agonismo politico ci presentava logiche politico-economiche che potremmo banalmente riassumere nello scontro a tre Stalin – Keynes – Mises, oggi lo scontro è tra Keynes rosso e Keynes nero; per usare la dialettica dei libertari statunitensi, potremmo definire questa contrapposizione “liberals vs. conservatives”. E’ facile constatare come l’ egemonia del pensiero assistenzialista keynesiano associato al bipolarismo abbia irrimediabilmente indirizzato la nostra politica verso le logiche vigenti negli Stati Uniti, senza però che l’ Italia abbia la storia e la cultura per poter sintetizzare l’ intero orizzonte politico in due blocchi contrapposti in piena tradizione anglo-sassone. Ci si ritrova perciò a giocarsi il tutto per tutto strizzando l’ occhio agli industriali e ammiccando alla massa, cercando di gestire quei precari equilibri che si vengono a creare durante le campagne elettorali. Si promette tutto a tutti, ognuno si definisce favorevole o contrario a qualcosa solo seguendo le proprie attitudini o quelle del proprio elettorato, senza una vera logica a monte, che richiederebbe un’ ampio bagaglio di cultura politica. Ed ecco che le discriminanti che determinano il successo elettorale affiorano: sono i diritti dei gay, la pillola abortiva, il “problema” degli immigrati e tante questioni sicuramente importanti, ma che a un liberale puro non interessano affatto, dato che affiderebbe ben volentieri tutte le prese di posizione morali agli individui e non alla coercizione statale. Tutto ciò che vorrebbe il povero liberale, invece, è una politica economica veramente alternativa allo statalismo massificante e rapinante, sostanziata da riforme liberiste riguardo fisco e mercato. Come Cerbero possiede, leggendariamente, tre teste uguali, il bipolarismo ne ha due, e succhiano entrame linfa vitale al pluralismo e alle alternative più genuine. In fondo le ultime elezioni regionali altro non sono state se non questo: da qualche parte ha vinto la sicurezza, altrove ha perso la pillola. Come Kramer contro Kramer, Keynes contro Keynes!

Daniele Venanzi

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