Una maldestra campagna promozionale in favore dell’utilizzo della lingua basca ha provocato scompiglio tra le autorità locali di Euskadi che hanno pensato bene di bloccare dei video per la cui realizzazione avevano messo a disposizione fondi pubblici di una certa consistenza. Il motivo che ha scatenato il putiferio, mandando su tutte le furie il governo socialista della provincia e la deputazione di Vizcaya, a guida autonomista, si può rinvenire nel linguaggio piuttosto esplicito e nelle allusioni scabrose contenute nei promo in questione. Nel primo due ragazzi conversano tra di loro ed uno declina sommariamente la propria filosofia amatoria all’amico descrivendogli in maniera alata l’idilio con la propria amichetta: “la scoperò e la butterò via come uno straccio vecchio” . Pronta la replica del confidente con un altrettanto perentorio “Bravo! a questo servono le donne!”. Nell’altro spot un giovane allievo, desideroso di apprendere la lingua materna, incontra un’insegnante che,applicando un metodo didattico eterodosso, lo accompagna nella propria camera per poi spogliarlo. Alle polemiche ha replicato la Fondazione Leizola, curatrice della campagna, tentando di sdrammatizzare: “Si tratta di video innovatori che tentano semplicemente di invogliare i giovani alla conoscenza della lingua basca presentandola in scene di vita quotidiana”. Questo il commento dei produttori. Che, a giudicare da quanto accaduto, non è stato ritenuto sufficiente a scagionarli dal grave attentato alle regole ferree del politically correct, nè ad emendarli da una ben più importante mancanza di gusto.
Articolo pubblicato su “L’Indipendenza” http://www.lindipendenza.com/basco-e-lingua/